venerdì 27 maggio 2011

Politiche regionali: sicurezza sul lavoro al primo posto nelle iniziative prese

Riceviamo e volentieri segnaliamo il recente rapporto presentato dalla Fondazione I-CSR (Italian Centre for Social Responsability), intitolato: "Monitoraggio delle politiche regionali in materia di Responsabilità Sociale d'Impresa". La fondazione è un ente senza scopo di lucro i cui soci fondatori sono il Ministero del Lavoro, Unioncamere, INAIL e l'Università Commerciale "Luigi Bocconi", ed ha come scopo primario quello di accrescere l’attenzione alla Responsabilità Sociale promuovendo, la ricerca, la formazione, la diffusione e il confronto con particolare attenzione alle esigenze del tessuto economico nazionale formato in prevalenza da piccole e medie imprese.
L’obiettivo dell’indagine, svolta dalla Fondazione per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è consistito nella raccolta di leggi, delibere e altri provvedimenti delle Regioni e Province Autonome, accanto a progetti di particolare rilevanza che, nel periodo 2005-2010, abbiano affrontato in una prospettiva di Corporate Social Responsibility i seguenti temi: salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, conciliazione famiglia-lavoro, pari opportunità. Nella prima parte del report vengono esposti i principali risultati emersi dall'indagine, mentre, nella seconda parte, viene presentato il quadro sinottico degli interventi regionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, conciliazione famiglia-lavoro e pari opportunità. In quest'ottica un dato tra i più interessanti che lo studio evidenzia è quello relativo al ruolo che la sicurezza sul lavoro ha nelle politiche regionali, prevalente e preminente rispetto ai temi della conciliazione famiglia lavoro e delle pari opportunità (anche se quest'ultimo tema è stato spesso ricompreso nell'altro della "conciliazione"). Il rapporto è ben illustrato e metodologicamente coerente con gli obiettivi posti nel momento della sua stessa concezione. Unico limite riguarda la non completa partecipazione di tutte le regioni all'indagine (15 su 21 totali) e la quasi totale assenza di specifiche unità dedicate al tema della CSR nelle strutture pubbliche intervistate. Ciò ha fatto si che il rapporto possa dirsi più quantitativo che qualitativo, mancando un'analisi più approfondita delle tipologie di interventi analizzati, i suoi effetti e le esternalità positive (se quantificabili), nonché la potenziale incidenza macroeconomica sugli indicatori tradizionali ed innovativi dello sviluppo locale (dal PIL all'indice di felicità, ecc.). In ogni caso il rapporto della fondazione è, indubbiamente, uno dei pochi che miri ad uscire dalla torre di avorio dello specialismo accademico e cerchi di porre le basi pragmatiche della conoscenza empirica dei nostri sitemi locali territoriali.

VOTO FINALE = 7



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