In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, che ricorre il 28 aprile di ogni anno, l'ILO (International Labour Organization, Agenzia speciale dell'ONU), pubblica online un report e altri materiali informativi di supporto alla campagna di promozione che viene lanciata il giorno stesso e che è a disposizione di quanti vogliano celebrare la data. Il rapporto, il cui titolo in inglese è: "OSH Management System: A tool for continual improvement", è dedicato ai Sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) intesi come lo strumento efficace per il continuo incremento della prevenzione sui luoghi di lavoro (negli ultimi 10 anni, il metodo dei Sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro - in inglese OSH Management System: OSHMS; in italiano Sistemi di Gestione Sicurezza Lavoro: SGSL - si è diffuso sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo; in Italia è stato introdotto con il TUS).
Il suddetto report, dal punto di vista prettamente tecnico, non introduce elementi di novità che non siano già ben noti alla comunità di specialisti che si occupano del tema. E' però correttamente indirizzato a manager e politici. Non solo per una sintassi che risulta essere molto chiara e fluida (purtroppo solo in inglese), ma soprattutto perché analizza con attenzione molti dei risvolti applicativi di un SGSL, ossia differenzia l'analisi per le tipologie di azienda. Non viene fatto, cioè, un discorso generale di metodo (posto comunque in allegato alla fine del report), ma si sviluppano singoli capitoli per piccole imprese, grandi imprese, imprese a rischio chimico o con elevato rischio di incidente industriale (c.d. "Seveso"), sino a toccare anche l'attualissimo tema delle imprese che operano nel settore delle nanotecnologie. Oltre a questo approccio mirato, il rapporto non nasconde le critiche all'applicazione dell'SGSL, affrontando sia i limiti intrinseci del metodo come anche le difficoltà reali nel coinvolgimento dei lavoratori o la sua applicazione nelle aziende collocate nei paesi di sviluppo. Va segnalata, infine, la buona cura dell'aspetto grafico del report che, anche nelle sue schematizzazioni simboliche, pur essendo in inglese, risulta essere molto chiaro e di effetto visivo anche per i non addetti ai lavori.
Il suddetto report, dal punto di vista prettamente tecnico, non introduce elementi di novità che non siano già ben noti alla comunità di specialisti che si occupano del tema. E' però correttamente indirizzato a manager e politici. Non solo per una sintassi che risulta essere molto chiara e fluida (purtroppo solo in inglese), ma soprattutto perché analizza con attenzione molti dei risvolti applicativi di un SGSL, ossia differenzia l'analisi per le tipologie di azienda. Non viene fatto, cioè, un discorso generale di metodo (posto comunque in allegato alla fine del report), ma si sviluppano singoli capitoli per piccole imprese, grandi imprese, imprese a rischio chimico o con elevato rischio di incidente industriale (c.d. "Seveso"), sino a toccare anche l'attualissimo tema delle imprese che operano nel settore delle nanotecnologie. Oltre a questo approccio mirato, il rapporto non nasconde le critiche all'applicazione dell'SGSL, affrontando sia i limiti intrinseci del metodo come anche le difficoltà reali nel coinvolgimento dei lavoratori o la sua applicazione nelle aziende collocate nei paesi di sviluppo. Va segnalata, infine, la buona cura dell'aspetto grafico del report che, anche nelle sue schematizzazioni simboliche, pur essendo in inglese, risulta essere molto chiaro e di effetto visivo anche per i non addetti ai lavori.
VOTO FINALE = 8,5
Segnaliamo, inoltre, altri link a post di altri blog o siti che hanno trattato l'argomento.
Link al blog di Vittorio Longhi su "Repubblica"
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